Gli impianti tradizionali e floattanti sono una soluzione con ricadute positive in termini economici, sociali e ambientali. Il dibattito all'ultimo webinar di avvicinamento a Samoter

L'indipendenza energetica del Paese passa anche dagli impianti fotovoltaici in cava, i quali generano ricadute positive in termini economici, ambientali e sociali. É quanto emerso lo scorso 18 aprile nell'ambito del quinto e ultimo webinar di avvicinamento a Samoter intitolato: "Il fotovoltaico in cava: aspetti normativi, opportunità di investimento e case history".

A introdurre il tema Claudio Bassanetti, presidente Anepla (Associazione nazionale estrattori e produttori lapidei), che ha delineato lo scenario: «La transizione energetica verso l'indipendenza merita un'accelerata, lo abbiamo visto pochi mesi fa quando i prezzi del gas e dell'energia elettrica hanno messo in crisi imprese e famiglie. Sul territorio nazionale sono presenti molteplici aree di cava o bacini di cava che hanno già subito una metamorfosi per mano dell'uomo e possono essere riconvertiti per aumentare la produzione elettrica a fonte rinnovabile. Le opportunità che derivano dall'installazione di impianti fotovoltaici in queste aree non sono solo di natura economica e ambientale, ma anche sociale. Un nodo da sciogliere è quello degli iter autorizzativi, talvolta troppo lunghi».

L'avvocato Cristina Martorana, partner dello studio legale Legance, ha illustrato il quadro normativo di riferimento, ricordando che il Legislatore ha emanato disposizioni che semplificano gli iter autorizzativi in queste aree, non sempre però efficaci: «I casi in cui si può impiegare la procura semplificata, la cosiddetta Pas, sono ridotti. Lo scenario si può complicare a causa dei vincoli paesaggistici e ambientali, e nella richiesta di incentivi o per altre variabili. Non è quindi da sottovalutare lo strumento della dichiarazione unica».

All'ingegnere Ilaria d'Amico di Anie Rinnovabili il compito di riferire circa le caratteristiche che devono avere le cave eleggibili e di delineare l'iter di sviluppo del progetto: «Per essere eleggibile una cava deve essere per prima cosa esaurita. Si parte con l'acquisizione dell'area di cava, che può avvenire per compravendita o per mezzo del diritto di superficie. Gli impianti, soprattutto nelle aree di cava abbandonate, portano una nuova dignità al territorio. Va considerato che tali strutture non compartono alcun aggravio dal punto di vista ambientale, perché non implicano l'impermeabilizzazione del suolo». 

Quanto alle tipologie di impianto, peraltro sempre più performanti per via del miglioramento continuo in termini di innovazione tecnologica, si può optare per conformazioni tradizionali o flottanti. Un focus su queste ultime e sui loro punti di forza lo ha fatto l'ingegnere Maarten Van Cleef di Ciel et Terre, il quale ha tenuto a sottolinearne l'enorme potenziale in Italia. «Gli impianti flottanti - ha detto Van Cleef - hanno diversi punti di forza. Per prima cosa non comportano l'impiego di terreno agricolo; presentano, infatti, installazione e rimozione veloce e un minor impatto visivo rispetto a quelli tradizionali. Inoltre, i moduli fotovoltaici risultano più freschi perché godono della presenza di acqua. Di contro hanno maggiori costi di costruzione, minore produttività e necessitano di complessi studi di ancoraggio».

Di autoconsumo e di PPA (power purchase agreement), ossia dei contratti che regolano la somministrazione di energia elettrica, ha infine parlato l'ingegnere Luca Scopelliti di Anie Rinnovabili: «Quella degli impianti rinnovabili in cava è un'opportunità da cogliere che offre vantaggi al sistema Paese, ai proprietari di cava e alle imprese energy intensive. Ma è fondamentale che i contratti che si instaurano tra gli attori abbiano una solida base legale, che siano strutturati su regole stabilite e condivise da tutte le parti coinvolte».

I lavori si sono conclusi con una sessione dedicata alle case history: Francesco Molfese di Ciel e Terre ha mostrato un impianto flottante costruito in Francia, Eligio Doneda di Nuova Demi ha illustrato i due impianti installati nei propri siti produttivi e infine Silvano Pinter di Hydrosolar ha presentato un impianto fotovoltaico flottante all'interno di una sezione esaurita di una cava in provincia di Pavia.

L'APPUNTAMENTO A SAMOTER

I temi della transizione energetica e degli impianti fotovoltaici in cava saranno ripresi nel fitto calendario di convegni e di workshop in programma durante Samoter, il Salone dedicato alle macchine da costruzioni, che si svolgerà a Verona dal 3 al 7 maggio in concomitanza con Asphaltica, il Salone dedicato a tecnologie e soluzioni per pavimentazioni stradali, sicurezza e infrastrutture viarie, promosso da e con SITEB - Strade Italiane e Bitumi.