In occasione del quarto appuntamento della PVC Academy, Plastic Consult ha presentato i risultati dell'annuale indagine di mercato effettuata per conto di PVC Forum Italia illustrando le prospettive per l'anno in corso e nel medio termine e il consuntivo 2023.

Per il 2024, Plastic Consult prevede un contesto macroeconomico in miglioramento, con PIL in crescita, inflazione in calo, stabilizzazione o leggera ripresa dei consumi e rientro dei costi energetici. Ma occorre comunque tener conto del fatto che la produzione industriale è ancora in rosso, soprattutto in Germania, storico partner commerciale dell'Italia.

Nello specifico, per il PVC vergine si prospetta un semestre in ripresa (più nel rigido che nel plastificato) se confermate le indicazioni previsionali di aprile 2024. Ottimi segnali in particolare da due comparti: tubi e compounding anche grazie agli investimenti previsti nel PNRR per le infrastrutture e in virtù dei recenti dazi antidumping imposti dalla UE sull'import di resina da USA ed Egitto.

Per il riciclato è prevista una situazione di sostanziale stabilità per l'anno in corso. Nel medio termine le proiezioni sono meno conservative; una ripresa dei consumi al 2027 è prevista dal 25% dei compoundatori/riciclatori e dal 43% dei trasformatori, in ragione delle evoluzioni normative e di una maggiore richiesta dal mercato di prodotti sempre più sostenibili.

Come rilevato dall'indagine Plastic Consult, nel 2023 sono state consumate in Italia un totale di 535.500 tonnellate di PVC vergine. Dopo l'ottima crescita del 2021 grazie soprattutto al traino dell'edilizia, i consumi sono scesi nel biennio successivo, registrando un -8,5% lo scorso anno in linea con l'andamento delle termoplastiche vergini in generale. Contrazione anche dei flussi di export, ad eccezione dei tubi in pressione rimasti stabili. La persistente elevata inflazione, anche a livello europeo, ha inoltre avuto un impatto negativo sul settore delle costruzioni, incidendo sia sul PVC vergine che sulle quote di riciclato.

La ripartizione per tipologia di polimero vergine conferma anche nel 2023 un quasi totale bilanciamento tra PVC rigido (268.000 ton) e plastificato (267.500). Per quanto riguarda le materie prime in input, la quota della resina è rimasta stabile.

La seguente tabella evidenzia la suddivisione del consumo di PVC per settore applicativo:

 

PVC rigido

Ton.

PVC plastificato

Ton.

Totale PVC

Ton.

%

Edilizia/costruzioni

173.700

18.500

192.200

35,9

Imballaggio

28.500

27.500

56.000

10,5

Elettricità

2.300

48.500

50.800

9,5

Mobile/arredamento

13.650

4.300

17.950

3,4

Cartotecnica

8.850

14.500

23.350

4,4

Tempo libero

-

22.900

22.900

4,3

Agricoltura

10.500

-

10.500

2,0

Telecomunicazioni

-

14.000

14.000

2,2

Trasporto

-

18.900

18.900

2,7

Calzature/abbigliamento

-

5.700

5.700

1,1

Elettrodomestici

-

5.800

5.800

1,1

Diversi*

11.500

50.400

61.900

11,6

Compound esportato

19.000

36.500

55.500

10,4

TOTALE

268.000

267.500

535.500

100,0

* Articoli medicali, usi tecnici, altri (valigeria, marocchineria, lastre espanse, nastri trasportatori, ecc.)

L'edilizia, nonostante le sopra citate difficoltà, conferma il suo storico primato tra i settori applicativi, seguita dall'imballaggio. In crescita di quasi il 10% il PVC per il settore dei trasporti, tengono anche agricoltura e abbigliamento/calzature.

Per quanto riguarda il PVC riciclato, nell'ambito dell'Impegno per lo sviluppo sostenibile VinylPlus® nel 2023 sono state riciclate 737.645 tonnellate di rifiuti in PVC che rappresentano circa il 24,3% del totale dei rifiuti di PVC generati nell'UE-27, Norvegia, Svizzera e UK. Dal 2000 sono state riciclate 8,8 milioni di tonnellate di PVC e risparmiate 17,6 milioni di tonnellate di CO2.

Il PVCr (riciclato) trova i suoi principali sbocchi di riutilizzo nei serramenti, pavimenti e articoli per la gestione del traffico.

A livello europeo, VinylPlus ha sempre concentrato il suo impegno verso un'economia circolare per il PVC che è un materiale versatile, altamente riciclabile e intrinsecamente a basse emissioni di carbonio. Tuttavia il rimarchevole tasso di crescita annuale del riciclo negli ultimi due decenni ha registrato lo scorso anno un trend diverso. A prescindere dagli sforzi dell'industria, i volumi di PVC riciclato sono diminuiti a causa di diversi fattori: i persistenti prezzi competitivi del materiale vergine, comprese le importazioni a basso prezzo, come detto il calo in B&C e le incertezze dovute alla regolamentazione europea che impatta sul riciclo del PVC.

Lo scorso anno l'attività di riciclo e trasformazione è diminuita in Europa a livello generale e non solo nel settore del PVC. Questo vale sia per il riciclo pre-consumo, dove la minore produzione industriale ha ridotto la quantità di rifiuti disponibili, sia per il riciclo post-consumo, che ha risentito in modo significativo del calo dell'industria edilizia.